Tralasciamo le “curiosità” storiche. La “tecnica” di prelievo citologico con ago nella diagnosi del cancro esordisce con Stewart FW nel 1936 al Memorial Hospital di NY. James Ewing (1866-1943), molto influente, direttore del Dipartimento di Patologia dell’epoca “bollò” la “tecnica” come “a stupid idea”. La “tecnica” com’era comparsa scompare al Memorial e, in generale, dagli Stati Uniti.
La “tecnica” riaffiora in Europa. Con successo limitato in Olanda, mentore Paul Lopes Cardozo (1913-2002). Negli anni sessanta si assesta, in Scandinavia. Quivi grazie a Nils Söderström e, soprattutto, alla Scuola del Karolinska, Sixten Franzen, Josef Zajicek, Torsten Lowhagen e Pier Luigi Esposti, supera le “acque chiuse” della tecnica e sfocia nelle “acque aperte” di “nuovo “metodo” di prelievo e di indagine tissutale.

La scuola Svedese per il nuovo metodo si basa su una figura professionale poliedrica.
Capace di acquisire una storia clinica mirata, comprensiva dei dati di laboratorio e strumentali, non estraneo all’anatomia topografica e alla semeiotica, abile nell’allestimento dello striscio e nella scelta di un possibile algoritmo tecno/diagnostico, aduso alla diagnostica istopatologica e capace di ricomporre in quadri istopatologici cellule libere e “frammenti tissutali” presenti nello striscio .
Obiettivamente oltre che poliedrica è una figura speciale.