Nell’oramai lontano 1977 vincitore di una borsa di studio (n° 77,088 del “Council of Europe Fellowship Selection and Assessment Committee”) ho lavorato presso la citologia del Karolinska Institutet Stockholm (Svezia).
Avevo preso accordi diretti con il Direttore dell’epoca Josef Kajicek (1923-1979).
Leggi tuttoAl Karolinska ho conosciuto Torsten Lowhagen (1929-1999).
Josef Zajicek al mio arrivo era già malato e Torsten era l’“aggiunto”, il vero vice. C’era, invero, anche Pier Luigi Esposti, un italiano dell’interland milanese, ma all’epoca il suo interesse si era di fatto già spostato dalla citologia all’urologia oncologica.

Nel mio stare Torsten mi fece usufruire, a un prezzo “simbolico”, di un suo piccolo pied-à-terre, a Solna. Questo è un piccolo comune limitrofo a Stoccolma. La casa di Lowhagen a Solna e il Karolinska distano meno di dieci minuti di una comoda linea di bus.
Su Torsten incombeva l’enorme lavoro dell’ambulatorio della citologia aspirativa. Erano giornate intense. Non meno di circa cinquanta prelievi al giorno intervallati da due coffee-break, mattina e pomeriggio, e dal lunch. Non ufficialmente Torsten mi concedeva il secondo prelievo. Il venerdì era dedicato alle biopsie prostatiche. Quest’ultima pratica di fatto è stata perduta. Perché il clinico non sopporta la “Clinical Cytology” dove l’ago è possibile “correttivo delle sue fantasie”, così come il riscontro diagnostico.
Dopo il lunch si leggevano gli strisci. Le diagnosi venivano registrate su un disco magnetico poi lasciato in segreteria. I rapporti dattiloscritti venivano trovati all’indomani.

Le settimane erano dure. a volte nel week end siamo stati ospiti di casa Lowhagen oltre che per il pranzo per belle passeggiate nei boschi circostanti.
Il gruppo dei citologi del Karolinska (Franzen, Kajicek, Lowhagen e Pier Luigi Esposti) da Cecil Fox, biochimica statunitense anch’ella al Karolinska per altri motivi di studio, in una famosa pubblicazione fu definito “The Scandinavian curiosity” (Lancet, June, 1979)
L’Amministrazione del Karolinska Institutet dopo la prematura scomparsa di Josef Kajicek, non diede mai a Torsten la titolarità della citologia.
In seguito Torsten si dolse con me di questo molte volte (comunicazione personale) e, probabilmente, questa cosa dovette disincentivarlo.
Personalmente non so se, o quanto, possa avere influito in questa decisione dell’Amministrazione Sixtèn Franzen (1919-2008). Così come non so o quanto lo stesso possa avere influito sull’incomprensibile oblio riservato dal Karolinska a Josef Zajicek.
Franzen, ematologo/radioterapista, è stato molto influente al Karolinska, aveva introdotto la Fine Needle Aspiration Biopsy al Radiumhemmet/Karolinska; aveva ideato sia una manopola che un ago che ancora portano il su nome. Fu lui a introdurre Josef Zajicek al Karolinska e nella citologia. Kajicek gli tolse la scena. Scomparso Kajicek è forse possibile che con Torsten non volesse riaprire i giochi.
Si “disintegrò”, quindi per motivi diversi, “The Scandinavian curiosity”. Incredibilmente, il Karolinska e, in una certa qual misura tutta la Svezia, cessarono anche di essere capofila e riferimento internazionale della disciplina.
Torsten Lowhagen era una persona brava e gentile, il suo approccio con i pazienti nell’ambulatorio era di una dolcezza straordinaria.
Era soprattutto bravo “tecnicamente”, era un vero prestigiatore del materiale prelevato con l’ago sottile. La tecnica “two step” (e le sue varianti) dello striscio diretto l’ho appresa da lui.
Con lui ho firmato durante il mio soggiorno la pubblicazione “The Cytology of a Giant-Cell, Osteoclastoma-Like Malignant Thyroid Neoplasm. A Case Report” ACTA CYTOL 1979; 23: 214-216.

Lowhagen era, inoltre, quello che diremmo anche un grande divulgatore. A tale attività si dedicherà nel tempo successivo alla delusione sempre più intensamente.
Torsten era sposato con Ana Stina, che credo fosse una pediatra di base.
Nel 1988 Torsten, nell’ambito di uno dei Corsi di Perfezionamento in Citologia da me organizzati, per l’Università di Napoli Federico II, mi fece visita (“invited”). Fu molto apprezzato come docente.
Organizzai con la mia famiglia per lui e Anna Stina una gita in barca nel golfo di Napoli, con bagno e pranzo a Procida. Negli anni successivi me lo ha sempre ricordato.

Da Torsten, indirettamente, ho ricevuto forse uno dei più bei complimenti professionali. Un mio collaboratore, poi rivelatosi ingrato, a mia insaputa, gli scrisse per trascorrere con lui al Karolinska un periodo di studio.
Torsten Lowhagen gli rispose che il suo muoversi era inutile perché “non c’era niente che lui potesse insegnarli e che non potesse apprendere da me”.