Gaetano Salvatore (1932-1997), Nino per gli amici, da Accadia (FG), è stato un Professore Ordinario prima di Istituzioni e successivamente di Patologia Generale dell’Università degli Studi di Napoli, poi Federico II.
Ha avuto in moglie l’impareggiabile Marisa Riccio (Marisa per gli amici). Per tutti coloro che li hanno conosciuti, ha rappresentato la sua compagna di vita a tutto tondo.
Leggi tuttoAllievo di Luigi Califano, ha incarnato la “inquietudine” scientifica del Maestro formandosi all’estero. Infatti, nel dopoguerra, fu chiaro il “gap” scientifico che si era determinato tra l’Italia e le altre comunità scientifiche occidentali.
Ma quella inquietudine la praticò in modo “eretico” cioè “molecolarmente”. Non come forse avrebbe voluto Califano che, di scuola tedesca, vedeva una ricerca “con il microscopio”.
Questo fu importante per l’Anatomia Patologica napoletana che venne conseguentemente, quasi indirettamente, attratta nell’orbita della Patologia Generale.

Senza soffermarsi sulle tante esperienze di lavoro che avrebbe accumulato negli anni, Gaetano Salvatore, laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 1955, a soli 23 anni, dal 1956 al 1958 lavorò inizialmente a Parigi al “Collège de France” da Jean Roche (1901-1992) dove di fatto s’innamorò della tiroide e del suo metabolismo.
Restò sempre legato al mondo accademico francese, e nel tempo, sarà insignito dal Governo d’oltre Alpi del titolo di “Chevalier dans l’Ordre National du Mèrit”.
Dal 1962 al 1964 lavora negli Stati Uniti al National Institutes of Health (NIH) di Bethesda nei Laboratori di Joseph Edward (“Ed”) Rall (1920–2008) e Jacob Robbins (1922-2008). E poi ancora dal 1972 al 1974.
Con l’NIH che Gaetano Salvatore instaura un rapporto che potremmo definire “organico”. Per anni alimenterà la sua Scuola formando giovani e non giovani proprio all’NIH. Nel 1977 riceve l’alto riconoscimento del Governo americano della “Fogarty Scholarship in Residence” riservato agli studiosi di Biologia e Medicina.
Gaetano Salvatore fu Preside della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Federico II (1981-1993) come era stato il suo Maestro Luigi Califano.

Fu il periodo storico di massima espansione della Facoltà e dello stesso Policlinico annesso alla Facoltà. Salvatore lo trovò, lo volle e lo mantenne a “gestione diretta”. Una condizione per sottolineare la dipendenza “culturale” dell’attività assistenziale a quella, che “definiva attività preminente” cioè la didattica e la ricerca. Infatti sono queste proprie e specifiche della Facoltà e dell’Università. Vagheggiò anche, ma senza successo, una sorta di “autonomia” della Facoltà, e del Policlinico ad essa annesso, dagli organi di governo dell’Università. Visione forse “velleitaria” o troppo avanzata nei tempi. Fu ostacolato nel progetto, com’è immaginabile, da forze esterne alla Facoltà, ma, purtroppo, anche interne. A Gaetano Salvatore è dedicata l’Aula Magna della Facoltà.
Dopo di lui (1993) la Facoltà perse “propulsione” e “visione”. In altre parole si appiattì nella normalità burocratica. Così si avviò lentamente, progressivamente e ineludibilmente nel viale del tramonto, sancito definitivamente dalla riforma Gelmini.
Oggi la Facoltà non c’è formalmente più. È di fatto lei “annessa” all’Azienda Ospedaliera Federico II.
Nino teneva a sottolineare la sua devozione a Giuseppe Califano, cui farà anche intitolare il Dipartimento sito nella Facoltà Federico II. L’ammirazione per il Maestro lo porterà anche ad amare per poi esserne Presidente la Stazione Zoologica A. Dohrn di Napoli. Va notato che nella prestigiosa Stazione aveva lavorato, ai suoi tempi, lo stesso Luigi Califano e Nino stesso aveva mosso i suoi primi passi scientifici all’indomani della laurea.

Gaetano Salvatore fu profondamente e convintamente istituzionale. Dal 1972 al 1992 gli fu affidata la direzione del “Centro di Endocrinologia Sperimentale e Oncologia del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR)”. Gaetano Salvatore lo importò nel Dipartimento di Biologia e Patologia Cellulare “L. Califano” dell’Università Federico II. Non lo tenne a parte né fece addirittura l’operazione inversa.
Nino Salvatore era definito il “barone rosso”. Con altri mise mano alla revisione della Tabella degli Studi medici (Tabella XVIII). Personalmente, non credo, che siano stati raggiunti grandi risultati “pedagogici”. Piuttosto certamente ne uscì polverizzato il vecchio mondo accademico della Medicina con i suoi Istituti e le sue Cliniche, sorto con la riforma postunitaria di Francesco De Sanctis e la successiva, elitaria di Giovanni Gentile.

Il Professore Salvatore ha favorito la mia entrata in carriera universitaria. Solidalmente al carissimo Professore Luigi Cuccurullo, poi Ordinario e Direttore dell’Istituto, mi rese “unico” idoneo a un concorso per assistente universitario di Anatomia Patologica, bandito dalla Facoltà Preside Luigi Califano. Il bando prevedeva “il direttore sceglie il vincitore fra gli idonei”.
E il Direttore dell’epoca Mario Raso non mi voleva e non mi avrebbe scelto.
Negli anni mi ha sempre seguito con “simpatia”. Una sera alla Stazione Zoologica A. Dohrn di Napoli avrebbe voluto che avessi cambiato raggruppamento disciplinare. Stupidamente non lo ascoltai per “diffidenza” di cui, negli anni, mi sono infinitamente pentito. Lo aiutai, a mia volta, da Citopatologo quando, con un agoaspirato, per dirla con Giovanni Di Guglielmo (1886-1961), “corressi la fantasia del clinico” che gli aveva diagnosticato qualcosa che non era. Lui Preside sono stato chiamato Professore Ordinario dalla Facoltà.
Gaetano Salvatore, è stato socio dal 1980 dell’Accademia dei Lincei.
Gli piacevano i giochi elettronici, la buona musica e la buona tavola, per me è stato il Preside.