A norma di Statuto è stato eletto il Rettore dell’Università degli Studi di Napoli Federico II nella persona del Professore Matteo Lorito del Dipartimento di Agraria.
E’ accaduto alla seconda votazione perché alla prima, nonostante un’affluenza pari al 97%, non era stato raggiunto il “quorum” e ben 1262 preferenze non erano state sufficienti per prevalere a nessuno dei due pretendenti. L’altro era il Professore Luigi Califano Presidente della Scuola di Medicina. Infatti si da il caso che entrambi i candidati siano stati oggetto di 1262 preferenze, con 38 tra schede nulle o bianche.
Vada per il “quorum”; ma che entrambi i candidati ottengano 1262 preferenze è una particolarità che sfiora l’anomalia. La condizione andrebbe inserita ne “I segreti di Pitagora. Severamente vietato ai matematici” il simpatico e bel libro di Guido Trombetti e Giuseppe Zollo. Tuttavia, per la legge dei casi accoppiati, questa “anomalia numerica” negli stessi giorni si è ripresentata alle elezioni comunali di Lacco Ameno (Ischia).

Anche nella seconda votazione l’affluenza è stata molto elevata il 98% contro il 97% della prima; praticamente lo stesso numero di schede bianche e nulle ma questa volta per Lorito hanno votato in 1334 e per Califano 1214 elettori. Centoventi voti di differenza. Rispetto alla prima votazione Califano perde 48 voti Lorito ne guadagna 72.
E’ piuttosto chiaro che un “pacchetto” di voti si sia spostato e che la minima affluenza in più l’1% probabilmente abbia fatto il resto.
Queste tornate elettorali oltre la indubbia curiosità numerica forniscono qualche considerazione “politica”?
Prima considerazione. L’ultimo Rettore Medico dell’Università di Napoli, poi Federico II, fu Giuseppe Tesauro e lo fu dal 1959 al 1975, sedici anni. Un’eternità. Solo dopo 45 anni un medico si candida per il Rettorato. Visto il consenso si può pensare che elettoralmente la Facoltà Medica non è più all’indice nell’Ateneo Federico II.
Secondo. In entrambe le tornate elettorali l’affluenza è stata molto elevata a dimostrazione di una partecipazione “sentita” dell’Ateneo. I candidati Lorito e Califano con 1334 e 1214 voti si sono aggiudicati rispettivamente il 52% e il 48% dell’elettorato. La differenza è un’inezia.
Il dato politico è che quasi improvvisamente l’Ateneo si scopre elettoralmente “spaccato”. Ma su cosa? Contengono i programmi, ammesso che siano stati letti, divergenze tali da giustificare sia la partecipazione che questo genere radicale di aggregazione?
E’ fisiologico e credibile che una “governance” abbia un candidato ed un elettorato. E, anche se molte elezioni al Rettorato nelle Università abbiano spesso un solo candidato, è altrettanto fisiologico che ci sia un candidato alternativo in cui una base “diversa” si riconosca e su cui si compatti.
Ma alternativo a cosa se come detto non c’è una dichiarata contrapposizione politica generale o più semplicemente anche di programma di politica universitaria.
Resta allora la sola contrapposizione alla “governance”, forse di un gruppo catalizzatore che ha trovato espressione in un candidato forte accademicamente e nei rapporti e che certamente non ha lavorato negli ultimi giorni… Ça va sans dire.
PS. Noto che in Wikipedia, alla Categoria: Rettori dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, mancano “stranamente” i Rettori Giuseppe Tesauro e il suo successore Giuseppe Cuomo.