Come già detto grazie ai riscontri diagnostici (autopsie) si è compreso che l’infezione COVID-19 produce primariamente un danno vascolare, da cui gravi modificazioni emocougulative, da cui una patologia sistemica multi organo.
I riscontri diagnostici agli albori della medicina moderna si effettuavano, furtivamente, di nascosto, così in Italia, nella recente pandemia, sono stati effettuati inizialmente contravvenendo all’autorità, una circolare del Ministero della Salute, direzione generale della prevenzione sanitaria, Ufficio 4.
Questa, come una “grida” manzoniana al primo comma del punto C così recita “Per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio”.
Simpaticamente, a latte versato, cioè a “riscontri diagnostici” effettuati, visto l’alto valore dei risultati ottenuti, da parte di alcuni si è sostenuto che in realtà il ministero non aveva mai proibito i “riscontri diagnostici”. Letteralmente è così ma è proprio degli insicuri il non vietare contemporaneo al non autorizzare.
Un poco come quei patologi che amano la categoria “sospetto” per trovarsi sempre un poco non troppo scoperti.
Tornando alla circolare di chi è la responsabilità? O a chi può attribuirsi?

Quella politica è sicuramente del responsabile del Dicastero della salute cioè Roberto Speranza ma gli atti formali, la circolare, portano la firma di Giuseppe Ruocco e Pasqualino Rossi.
Carneade! Chi era costui! — ruminava tra sé don Abbondio nell’ ottavo capitolo dei Premessi sposi.
Si tratta di due alti funzionari del Ministero della salute.
Senza entrare nei meriti e nell’ascesa di Giuseppe Ruocco e Pasqualino Rossi nel ministero della salute va detto che le cronache si sono occupate di loro vuoi per una presenza non troppo solerte di Giuseppe Ruocco che per una vicenda giudiziaria che ha coinvolto, invece, Pasqualino Rossi.
Il reale problema però connesso alla circolare risiede nel fatto che entrambi sono laureati in medicina. Che entrambi di fatto ignorano l’alto significato del “riscontro diagnostico” tanto da sottoscrivere “non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici” mentre, invece, opportunamente distinguono autopsia (medicina legale) da riscontro diagnostico (anatomia patologica).
Altrove ho parlato crca la botte e il vino che ha…….. che vale ovviamente anche per coloro che tengono al loro posto persone scarsamente qualificate. In tutti i sensi.