Molto spesso in questo periodo di pandemia COVID-19 è ricorsa la parola “eroe”. E ciò per enfatizzare il lavoro del personale sanitario ed infermieristico duramente impegnato nella lotta alla malattia, soprattutto nelle regioni settentrionali del nostro Paese.
Come in tutti gli atti di eroismo fra questo personale dolorosamente si sono dovute registrare delle vittime cui, doverosamente, va tutta la gratitudine e l’ammirazione.
La loro scomparsa ci ricorda brutalmente che l’esercizio della medicina non è esente da pericolo come incautamente si potrebbe credere.
In questa vicenda una specialità medica è assurta a grande notorietà, oltre al personale sanitario ed infermieristico impegnato “sul campo”. I virologi. Di questi abbiamo appreso, sempre con i doverosi distinguo, che nella maggioranza la loro notorietà è inversamente proporzionale al loro H-Index (indice di Hirsch=prolificità ed impatto scientifico).
Invece non ha avuto notorietà la specialità Anatomia Patologica e, in quest’occasione, il suo mentore Andrea Gianatti, con cui condivido il segno zodiacale del Sagittario, che è un bel segno, oltre che la specialità.

Eppure Gianatti ha fatto gesto che meriterebbe di essere additato.
Gianatti ha sottoposto a riscontro diagnostico in quel di Bergamo i deceduti di COVID-19 secondo la dissezione, l’Alma Mater della Medicina.
Così, seguendo il dettame di Giovan Battista Morgagni “De Sedibus et causis morborum per anatomen indagatis”, l’Anatomo patologo bergamasco ha indicato nella sequela danno vascolare e discrasia emocoagulativa (triade di Virchow) la vera essenza della patologia COVID-19.
Personalmente ravvedo il motivo di menzione per Andrea Gianatti anche in altro che il solo avere effettuato il riscontro diagnostico.
Andrea Gianatti nell’effettuazione dei riscontri, forte solo del suo credo, quasi da rivoluzionario si è esposto personalmente in aperto contrasto con le direttive ministeriali che in stile tutto italiano, tipo Badoglio, così si esprimevano, “non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati”.
Andrebbe conosciuto, come conosciamo i virologi, anche l’estensore della circolare a firma del ministro che, com’è noto, non si è mai occupato di Sanità.
Lascio solo immaginare se non avesse ottenuto risultati o peggio ci fossero state conseguenze COVID-19 collegabili.
E c’è chi servilmente ancora scrive “Non è vero che il ministero della Salute ha vietato le autopsie sui morti di Covid-19”.
Certo la ministeriale a parole non vietava espressamente i riscontri diagnostici come per Badoglio la guerra era finita ma continuava.