Pubblicato dal IL MATTINO di Napoli il 28 Giugno 2022 ne: LE IDEE
Al di concetto di terremoto è connessa l’idea di faglia che ai più è nota. Le faglie sono quelle linee di frattura della crosta terrestre il cui scivolamento determina l’evento tellurico, i terremoti. Le faglie sono attive, possono essere silenti ma restano sempre attive.
Il Covid per le modalità con cui si è contenuta, o cercato di contenere, la pandemia, individualmente e collettivamente ha attivato molte faglie mondiali, europee, nazionali e italiane. La faglia Covid e gli spostamenti connessi hanno creato grandi sconvolgimenti fra cui si è improvvisamente annullato o ridimensionato anche il concetto di globalizzazione che per certi versi ci aveva addirittura avvilito. Con il Covid come in un vortice dell’abisso o buco nero, che dir si voglia, sono impallidite e scomparse addirittura icone come Rachele Ong o Greta Thunberg. Ma tutto ciò è nulla di fronte allo scenario che si è disegnato e va disegnandosi con la tetra rappresentazione Shakespeariana della guerra Russo-Ucraina. La prima guerra europea dopo circa un secolo. Al di là delle atrocità insite nelle guerre in questa c’è in più la possibile minaccia nucleare e si sta appalesando anche la possibilità di una carestia planetaria con conseguenti morti e migrazioni incontrollabili. Intimoriti dalla bellicosità Russa, Paesi ad alta vocazione democratica e di antica tradizione neutralistica come Finlandia e Svezia chiedono di accedere alla organizzazione militare difensiva NATO che personaggi minori identificano solo come una organizzazione militare offensiva USA dipendente ad essa subalterna. La fraglia avanza taglia, spacca, separa. Membri NATO pretestuosamente ostacolano addirittura l’adesione di Finlandia e Svezia alla NATO. Il Regno Unito, per suo conto, membro NATO ma fuoriuscito dalla Comunità Europea stipula con i due Pesi finnici un patto militare extra-NATO. Si ricostituisce di fatto un’area quasi a vocazione Vichinga, religiosamente quasi nei ricordo del Walhalla e di Odino. La faglia avanza. Anche la tradizione Cristiano-Giudaico, pretestuosamente negata alla Carta Europea dal presidente francese dell’epoca Valéry Giscard d’Estaing, scricchiola pericolosamente. La faglia della guerra incrina il rapporto fra Chiesa Cristiana Cattolica e Cristiana Ortodossa ed addirittura spacca in più parti lo stesso mondo Cattolico Ortodosso. La faglia svela la fragilità della costruzione Europea. Rivela divisioni e rivalità storiche e recenti, piccoli e grandi egoismi mai sopiti che si sono cercati di camuffare con la spregiudicata operazione della moneta unica ma con una debole politica comunitaria. Le stesse annessioni, al di là dei Paesi fondatori, sono state più opache che trasparenti e più dettate dal tornaconto individuale degli Stati “dominanti” che da una strategia politica e da un disegno appunto politico comunitario. Oggi la Faglia si muove, scuote, sposta compaiono i distinguo, i veti di Turchia e Ungheria a Svezia e Norvegia all’adesione alla NATO, e, di fatto, anche di Francia e Germania alla stessa Ucraina per l’adesione all’Europa. Si stanno delineando così quasi due distinte aree geografiche politico militari l’una baltica l’altra continentale. L’una Atlantica a trazione del Regno Unito con evidenti connessioni con gli Stati Uniti, l’altra continentale ad equivoca trazione Franco-Tedesca. Si scrive molto circa possibili similitudini della situazione attuale con il secondo conflitto mondiale.
Se il paragone reggesse quella Inglese attuale potrebbe essere paragonata alla posizione assunta dal Regno Unito dopo Dunkerque.