Pubblicato da IL MATTINO di Napoli il 20.10.2020 nella rubrica LE IDEE
Fa specie che un politico di lungo corso come Paolo Cirino Pomicino sia caduto nella trappola del pronto soccorso dei Policlinici Universitari. Eppure, nel passato, Pomicino, pur se autoreferenzialmente, aveva assunto lo pseudonimo di Geronimo l’ultimo condottiero dei nativi nordamericani e noto per la sua astuzia. Probabilmente sull’astuzia di Geronimo questa volta ha prevalso l’antica militanza di Pomicino nel sindacato. Ma lui ben sa che il sindacato conduce contrattazioni, la politica si fa altrove.
Qual è, quindi, il senso politico che i Policlinici di Napoli non hanno Pronto Soccorso, se si esclude la realtà del Pronto Soccorso ostetrico sempre esistito? Nei Policlinici Universitari un Pronto Soccorso Generale non c’è mai stato né quando i complessi universitari erano in Gestione Diretta né, come attualmente, in Gestione convenzionale regionale. Ricordare oggi questa “assenza” oggi è praticamente solo un’ancestrale “protesta” sindacale, “protesta” peraltro da sempre cara al sindacato Ospedaliero.
Il nodo della questione è invece come detto politico ed è quello di un Piano Ospedaliero articolato che non c’è, come non c’è mai stato. E questo anche prima del momento Commissariale che ha comunque investito almeno ben due Legislature Regionali, commissariamento che, di fatto, persiste ancora attualmente per l’avocazione a sé della Sanità da parte dell’attuale Presidente della Regione.
In altri termini le varie articolazioni sanitarie regionali Medicina Territoriale, ASL, Aziende Sanitarie, l’ITM fondazione Pascale, Policlinici Universitari, Sanità Religiosa, Case di cura, Laboratori di Analisi e Gabinetti Radiologici a capitale privato e convenzionati e quant’altro non agiscono nell’ambito di una “idea centrale”, cioè integrandosi in un’attività complementare, ma operano, in un certo qual modo, in “ordine sparso” e in modo duplicativo.
Non c’è da mai nella Regione un qualcosa che finanzi, coinvolga e integri l’offerta sanitaria complessiva evitando il diffuso ’”ospedale-centrismo” che spesso, oltre che una possibile forma di diseducazione socio sanitaria, rappresenta, o può rappresentare, un vero e proprio “stato di necessità” dei pazienti per essere sanitariamente accuditi.
E restando ai Policlinici Universitari per definizione luogo di “Alta Qualificazione”, al di la del Pronto Soccorso, ci si chiede se vengono richiesti a svolgere un ruolo diverso e complementare al Sistema Sanitario Regionale? O sono ritenuti soltanto Aziende Ospedaliere a diversa denominazione con cui l’Ente Regione instaura e intrattiene esclusivamente un ragionieristico, stanco ed asettico atto convenzionale?
Domande politiche che ineludibilmente coinvolgono politici e manager che con vario livello di responsabilità hanno figurato e figurano il mondo della sanità pubblica regionale.
Questi potrebbero essere rilievi propri di Geronimo. Servirsi dell’emergenza pandemica per sollevare il problema della Sanità Regionale è “cosa buona e giusta” ma se in tale occasione si evoca la sola assenza del Pronto Soccorso Generale nei Policlinici Universitari, come ha fatto Pomicino, è, “Ça va sans dire”, un fatto limitato, soltanto sindacale, peraltro anche datato.