Oggi, 4 settembre, nel 1886, Geronimo si arrese al tenente Charles B. Gatewood.
Geronimo, della razza Apache, il vero nome era Goyaałé (1829-1909) è stato l’ultimo dei condottieri nativi americani.
Con la sua resa cessano le “guerre indiane”, ha termine il genocidio di una razza, quegli eventi del west nordamericano oleograficamente definiti “epopea”.
Geronimo (Geronimo: an american legend) è anche un bel film del 1993 di Walter Hill con Jason Patric (nel parte del tenente Charles B. Gatewood) e Wes Studi (nel parte di capo Apache Geronimo).

Contrariamente a quanto accaduto in Italia nell’annessione del Regno delle due Sicilie, i vincitori, le “giacche blue”, non si vantarono mai eccessivamente di quel genocidio, così come anche della vittoria nella terribile guerra civile di secessione (1861–1865).
Il genocidio dei nativi nordamericani ha avuto addirittura una bella filmografia con “Soldato Blue” (1970), “Corvo Rosso” (1972), “Balla coi lupi” (1990) e il già citato “Geronimo”.
Geronimo con grande abilità e fortuna fronteggiò le “giacche blue” per oltre venticinque anni e l’espansione a occidente dei “visi pallidi”. Aveva dalla sua la conoscenza del territorio ed un addestramento psico-fisico maniacale che solo può comprendere chi conosce l’iniziazione di un giovane Apache allo stato di guerriero.
Si arrese al tenente Charles B. Gatewood cui era legato da stima reciproca.

Dalle grandi pianure fu trasferito in una riserva prima in Florida poi in Oklahoma.
In tarda età divenne un fenomeno da barraccone, da esibire come accadde anche all’icona William Frederick Cody detto Buffalo Bill.
Geronimo raggiunse il Grande Spirito il 17 febbraio 1909 e riposa nel Beef Creek Apache Cemetery a Lawton, Oklahoma.
Non fu una fine gloriosa prima di morire ebbe a dire “Non avrei mai dovuto arrendermi, avrei dovuto combattere fino a quando non fossi l’ultimo uomo vivo”.