Pubblicato da IL MATTINO di Napoli il 11.03.2021 nella rubrica LE IDEE
La Scuola di Medicina dell’Università Federico II ha recentemente assunto la decisione di dotarsi del Pronto Soccorso. Si tratta di una decisione “politica” di straordinaria importanza e, certamente, il merito va riconosciuto al Presidente della Scuola stessa.
Infatti la Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, negli anni e con i molti Presidi, il Pronto Soccorso non lo ha mai avuto, con l’eccezione del Pronto Soccorso Ostetrico. Questa mancanza è stata sempre causa di polemiche, antiche e recenti, polemiche che però “maliziosamente” hanno sempre sottaciuto che, al di là delle diverse volontà politiche, il Pronto Soccorso dei Policlinici Universitari non era finanziato, non essendo contemplato nel protocollo d’intesa Università-Regione. E questo già dai tempi lontani dei Policlinici a gestione diretta.
A quarant’anni dalla sua nascita la Scuola di Medicina Federico II esprime oggi la volontà che il processo formativo didattico-scientifico-assistenziale riparta attraverso la medicina di urgenza e di pronto soccorso. E questo dopo un assestamento forse di troppi anni sulle materie biologiche. Un evoluzione, quindi, non una mutazione, dell’originale progetto didattico proprio della Facoltà di Medicina e Chirurgia, oggi Scuola di Medicina.
Risulta difficile pensare che questo progetto culturale possa essere frutto di una visione solo localistica, ancorché lungimirante. In altri termini che il progetto stesso veda estraneo il Rettore che dovrà siglare con il Presidente dell’Ente Regione un nuovo Protocollo d’intesa che contempli anche il Pronto Soccorso e quindi il relativo finanziamento. Così com’è difficile immaginare che con i tempi che corrono la Regione voglia ancora oggi sottrarsi alle sue responsabilità e negare il finanziamento per l’istituzione e la gestione del Pronto soccorso.
Com’è noto per il conseguimento degli scopi istituzionali didattico-scientifico-assistenziali della Scuola di Medicina opera l’annessa Azienda Universitaria Federico II. A questo punto, seguendo il ragionamento, la vera partita del Pronto Soccorso si giocherà tra Scuola e Azienda.
Vista la decisione politica “istitutiva” del Pronto Soccorso della Scuola un suo eventuale fallimento realizzativo, addirittura “finanziato”, cadrebbe esclusivamente sull’Azienda.
L’errore più grave che potrebbe commettersi è quello che si pensi ad un brutale trapianto di ospedalità nel tessuto universitario.
La Scuola, attraverso i Dipartimenti, dovrà essere oculata nel reclutamento universitario, e l’Azienda dovrà essere generosa nel conferimento delle mansioni assistenziali ai vincitori di concorso.
Scuola, Dipartimenti e Azienda poi dovranno solidalmente essere sensibili a reclutare e ad accogliere, come si è già verificato, personalità già affermatesi nel sistema sanitario nazionale (SSN), e non solo, ma con qualificazione sufficiente per il successivo conseguimento delle idoneità nazionali universitarie per così essere inserite nel tessuto accademico.
In ultima analisi il Pronto Soccorso della Scuola di Medicina Federico II per il territorio non può che scaturire dai Dipartimenti Universitari, dal personale Docente e non Docente, dagli studenti del pre e post laurea (specializzandi), nel complessivo processo formativo didattico-scientifico-assistenziale.
Perché un punto deve essere chiaro e irrinunciabile: l’attività assistenziale di una Scuola di Medicina è funzione non secondaria ma della sua istituzionale attività didattico-scientifica, stabilita dalla legge e costituzionalmente protetta.