A Napoli desolatamente non ci sono più i teatri anatomici dove dettarono le epicrisi dei loro “riscontri diagnostici” Domenico Cotugno, Pietro Ramaglia, Luciano Armanni e, più recentemente, Pietro Verga, Mario Raso e Antonio Calì, né sono stati diversamente sostituiti .
Questa resta una dolorosa, sacrosanta verità che, molto incide sulla preparazione della classe medica e pur anche nella valutazione della efficienza ospedaliera (diagnostico-terapeutica) della città e della regione nel silenzio complice di chi potrebbe e dovrebbe avere capacità correttive.
Dallo scorso novembre, a Giugliano, ASL Napoli2 Nord, , alla presenza del Presidente della Regione, è stato inaugurato, nell’ambito della Medicina Legale, un “settorato” che risponde alle stringenti prescrizioni del Ministero della Salute in tema di contaminazioni e valide, quindi, per i casi di COVID-19.
Si tratta, però, di un “settorato per autopsie” che cioè ha obiettivi medico legali e le convenzioni con varie procure della Repubblica.
Va detto, senza infingimenti, che una “autopsia” (medicina-legale) nulla ha a che vedere con un “riscontro diagnostico” (anatomia-patologica).
L’ ”autopsia giudiziaria”, o medico-legale, è l’accertamento tecnico disposto dall’ autorità competente sostanzialmente nell’ambito della fase investigativa, ma non solo.
In Anatomia Patologica “il riscontro diagnostico” è la procedura con cui si verifica l’esattezza della diagnosi clinica posta in vita e chiarisce le morti di cui non è stata individuata la causa. In definitiva è la prosecuzione, l’atto finale della “vicenda sanitaria” di quell’ individuo. Ci vuole conoscenza, ragionamento, concatenazione.
Abbinare i due “metodi” che hanno in comune la sola necroscopia è un operazione di scarsissimo, per dire nullo, livello culturale.
Le due discipline sono separate da insormontabili differenze scientifico-culturali. Gli stessi operatori hanno percorso cammini didattici diversissimi. I raggruppamenti disciplinari universitari,la scuola di specializzazione, la pratica professionale.
Per tali motivi sembra almeno bizzarro che si parli di verifiche COVID nella Medicina Legale di Giugliano sulla base della sola idoneità tecnica dei locali.
Così com’è altrettanto bizzarro che a Napoli e nell’ area metropolitana non ci siano settorati a norma e ne sia privo lo stesso Ospedale Cotugno.