Pubblicato su IL MATTINO di Napoli del 23.10.2020 ne IL DIBATTITO
La replica di Paolo Cirino Pomicino ad un commento argomentato, peraltro a un suo articolo, conferma solo che quello del Pronto Soccorso dei Policlinici Universitari rappresenta, almeno per alcuni, un pensiero ricorrente, se non proprio una fissazione. Fissazione, peraltro, come già detto, non recente e negli anni, come nel caso, riproposta reiteratamente.
Chiariamo subito che non è nelle tavole della Legge “Non avrai Policlinico Universitario senza Pronto Soccorso”. A onore del vero la maggior parte delle realtà effettivamente ce l’ha ma, ad esempio, una istituzione accademica a grande impatto scientifico internazionale come lo NIH (National Institutes of Health Clinical Center) di Bethesda non ce l’ha.
Tanto premesso, comunque, non si è mai discusso né dell’importanza, né tantomeno del valore formativo della pratica del pronto soccorso. E poi che l’assenza di Pronto Soccorso nei Policlinici Universitari napoletani possa essere una mancanza nessuno lo nega o lo ha mai negato. Si tratta ovviamente di punti vista. Ma è altrettanto incontrovertibile il fatto che nei Policlinici Universitari napoletani “storicamente” un Pronto Soccorso Generale non è mai esistito. Per trovare qualcosa del genere bisogna risalire al momento preunitario in cui l’Ospedale degli Incurabili era la sede degli Studi medici.
Invece la cosa seria, ma su cui Pomicino non vuole addentrarsi, è che deve ammettersi senza infingimenti che il finanziamento del Pronto Soccorso Generale dei Policlinici Universitari, fatte salve insignificanti e parziali eccezioni, storicamente non è mai esistito negli atti convenzionali Università-Regione, così come non esiste in quello attuale. Il Protocollo, invece, ha sempre previsto e prevede esclusivamente il finanziamento delle degenze.
Ecco il “filo” che unisce negli anni le varie responsabilità politiche e spiega l’assenza che Pomicino lamenta.
E qui ricadiamo nel punto centrale che ho cercato di sollevare, addirittura chiamando, provocatoriamente, in causa l’astuzia di Geronimo. Ovvero, al di là delle responsabilità, la mancanza di un Piano Sanitario regionale complessivo che la pandemia ha brutalmente messo a nudo, che armonizzi le varie articolazioni sanitarie regionali e identifichi, tra l’altro, quindi anche il ruolo dei Policlinici Universitari.
Invece, Pomicino stranamente, ma non troppo, elude il punto politico lasciandosi andare simpaticamente in ragionamenti vaghi e ameni circa la formazione.
L’errore è stato fare riferimento a Geronimo. La prossima volta mi rivolgerò a Cochise.