Il vocabolario Treccani definisce Cacicco (o Cacico) il “Titolo dato ai capi indigeni delle Antille, quindi in genere dell’America Centrale e del Perù”.
Massimo D’Alema con Ciriaco De Mita condivide la dote naturale della “non simpatia tout court”. Entrambi però, talvolta, dicono cose che si fanno ascoltare da chi ha voglia di ascoltare. Condividono poi anche il “predicare bene e razzolare male”. Così De Mita sale sul carrozzone della “vergogna” alle regionali in Campania e D’ Alema fa il suggeritore occulto dell’attuale Governo forte solo della sola discutibile legittimità parlamentare.
Cacicco è un termine poco comune nell’ idioma italiano. C’è comunque un romanzo di Emilio Salgari “La figlia del Cacicco” che ricorderanno coloro che in gioventù hanno letto i romanzi dell’ Autore veronese.
Il termine “Cacicco” esordisce in senso dispregiativo, per la prima volta nell’ idioma politichese italiano, probabilmente introdotto proprio da Massimo D’Alema, negli anni Novanta, durante la stagione dei sindaci eletti direttamente dai cittadini e fu coniato addirittura per Antonio Bassolino.
In tale occasione, il persecutore di Forattini, definì lo scenario italiano “E’ un accampamento di cacicchi”.
Pur riferita alla sola elezione dei sindaci con quell’espressione, D’ Alema forse vide lontano. Quella definizione degli anni novanta sembra preconizzare quello che é stato il futuro generale della politica italiana, addirittura al di là del localismo comunale.
Infatti Cacicchi sono diventati anche gli aspiranti presidenti di Regione. Questi, se non ostili, sono spesso avulsi dalla politica nazionale ma sono propositori e attenti custodi soprattutto di liste civiche che li mettono al riparo dal partito centrale.
Se ben si riflette il “caciccato” investe anche lo scenario nazionale. Quelle che una volta erano le correnti dei partiti, che poi trovavano la sintesi anche forzata nel congresso, si sono oggi trasformate in “corpi combattenti permanenti” a guida cacicca.
Il figurone, ovviamente, lo fanno i 5S. Ssenza Congresso, senza segretario, con la sola guida spirituale “comica”, sono di fatto un “caciccato” a parziale “protettorato” PD.
Ma quello che tuttavia colpisce è il silenzio imbarazzante soprattutto della borghesia meridionale locale. Non si documenta, non legge, non fa sistema, elemosina.
E qui sovviene De Mita che lamenta proprio l’assenza di una borghesia meridionale. Napoli era la meta degli Studi Universitari dei giovani del Sud. Dal profondo Sud si veniva in caso di bisogno di salute. Tutto adesso é spostato al Nord.
I cacicchi del Sud fanno solo la fortuna di Crozza.