Al di là della data incerta dell’election day si sta rendendo chiaro, se non ufficiale, il posizionamento delle forze politiche per le prossime elezioni regionali della Campania.
Vincenzo De Luca, il governatore uscente, oltre che da un “fritto misto”, non di pesce ma di liste civiche si presenta “anche” spalleggiato dagli ever green Ciriaco De Mita, Clemente Mastella e Paolo Cirino Pomicino detto anche Geronimo. Articolata in molti distinguo dei “molti forse troppi responsabili di partito” resta la posizione del PD napoletano, così come quella di Italia Viva che per non farsi mancare niente recluta anche nell’area ex MSI.
Valeria Ciarambino del M5S, forte del già esaltante 17.52% ottenuto nel 2015, ha deciso di correre da sola noncurante del generale crollo verticale del suo movimento e, quindi, salvo, improbabili “performance” si limita a marcare il cartellino elettorale.
La destra, o centrodestra che dir si voglia, in quel suo cupio dissolvi, si presenta “sfrantummato” e questo soprattutto per la ” ‘nziria” di Silvio Berlusconi a “incaponirsi” sul nome di Stefano Caldoro.
Caldoro, nulla di personale, al di la della vittoria elettorale del 2010 non ha lasciato traccia politica se non quella della sconfitta del 2015.
La bizzarria sta nel fatto che in entrambe le trascorse tornate elettorali il contendente era sempre Vincenzo De Luca e stavolta sarebbe la terza. Una sorta di non c’è due senza tre.
In Campania, quindi, il dibattito politico è tanto vivace che in quindici anni, o giù di lì, esprime gli stessi candidati anche se ineludibilmente un poco invecchiati. E andrebbe chiosato che con gli anni solo una piccola quantità di vino migliora mentre la gran parte va ad aceto.
Al di là di formazioni minori restano le posizioni di fratelli d’Italia e della Lega che a tutt’oggi non ne vogliono sapere di Stefano Caldoro e che sarebbero più propensi ad un nome espressione della società civile, come si suole dire, nome che peraltro non c’è.
Tutto ovviamente senza lo straccio di un programma da parte di chicchessia ma tutto viene elaborato solo come tattiche elettorali e per di più dove si manifesta il velleitarismo politico amministrativo gestionale del sindaco di Napoli detto il “bizzarro”.
Hic stantibus rebus non c’è corsa, come si dice, e per altri cinque anni vedremo l’imitazione di Crozza impazzare ancora sulle frequenze della nota televisione privata e non solo. E noi derisi per lui. Ma come dice ognuno ha quello che si merita.
Così spesso va il mondo avrebbe detto Manzoni.