Alle ben due mozioni di sfiducia presentate contro il ministro della giustizia Alfonso Bonafede, il voto contrario, prima preannunziato e poi formalizzato da Italia Viva (IV), resta un mero atto parlamentare o assume un significato politico più ampio della formazione e del suo leader Matteo Renzi?
A cose fatte appare un mero atto parlamentare poiché l’IV, che è una sorta di costola del PD, e com’esso fa parte del governo, ha votato come ha fatto il PD, quest’ultimo con i suoi storici “contorcimenti intellettuali”, espressi come meglio non si potrebbe da Matteo Orfini.
“Non c’è alternativa a respingere la sfiducia a Bonafede. Ma non è obbligatorio farlo fingendo di condividerne le idee. Le politiche per la giustizia di questo governo sono pessime e devono cambiare radicalmente. E spetta al Pd chiederlo. Anzi esigerlo.” Sofismo e apoditticità della premessa: da Manuale Assembleare.
Quindi Renzi con il suo intervento da lui stesso definito, cercando di nobilitarlo, “come il più difficile della sua carriera politica” ai più è sembrato solo un po’ fanfarone per dirla alla toscana o “più retorico di Conte, meno coerente di Mastella” per dirla con Calenda.
Da chi si propone e si crede leader ci aspettava di più. L’argomento della mozione di sfiducia, quella scarcerazione sbagliata, la vicenda Di Matteo, non era proprio di poco momento, ça va sans dire, e cadeva anche in momento di atroce difficoltà generale della magistratura.
C’era dunque la “materia” politica per un intervento alto, di respiro che desse senso al “travaglio” notturno del senatore di Rignano. Ma che travaglio può esserci stato in chi poi vota come tutti si aspettano e vota anche come il suo ex partito, da cui vuole sempre distinguersi?
“Travaglio” vero e serio ci dovette essere, e perdoni l’accostamento il Presidente, in Fausto Bertinotti quando fece cadere il governo Prodi sulle 35 ore.
non si tiri fuori che Bertinotti aprì la strada alle destre perché non fu così. Leggasi a tale proposito un bel richiamo di Paolo Ferrero che è del 2016.
In questi termini quello di Renzi non è solo un atto parlamentare ma è soprattutto un gesto politico negativo. Sicuramente aumenta il peso specifico di Italia Viva in questo strano governo ma si comprende bene perché la stessa Italia Viva e Renzi non escano dallo stretto perimetro del 3% dei sondaggi.
E per dirla con Cairo “Renzi ha più poltrone che voti”.