Questo “INTERVENTO” è stato pubblicato dal “IL MATTINO” di Napoli in data odierna 21 Aprile 2020.
E’ stato lanciato un j’accuse che in tempo COVID a Napoli non si fanno autopsie in quanto le sale autoptiche (settorati) sono inagibili.
Domenico Cotugno (1736–1822) ottenne appena trentenne, nel 1766, la titolarità della cattedra, “anatomia” (anatomia descrittiva e patologica) e fu il primo anatomo patologo in senso “Morgagniano” del Regno, dove per Regno si intende quello delle due Sicilie.
In campo anatomo-patologico la sua eredità culturale può leggersi in «La Notomia, dimostratrice della disposizione e della struttura delle parti tutte componenti l’uomo fisico, oggetto di tutta la Medicina, per essere una cognizione utile, vuol’ essere ricavata dal fatto… La Fisiologia… vuol’ esser tutta appoggiata sopra fenomeni e sopra la dipendenza loro dalla struttura degli organi del corpo umano» (D.Cotugno, (1772) Dello spirito della Medicina, in: Opere).
Sono passati 248 anni e, al di la della solita, rituale richiesta di lavori di strutturazione e ristrutturazione delle sale autoptiche, la domanda che invece è da porsi è se l’indirizzo prima di Morgagni a Padova e poi di Cotugno a Napoli è seguito o meno.
In altri termini la questione è ma nella nostra Regione si pratica e si insegna più l’Anatomia patologica.
Se la risposta fosse affermativa le sale autoptiche non dovrebbero e potrebbero risultare inagibili come viene incautamente sostenuto.
Piuttosto, sarebberro attive ed adeguate anche alla severa normativa di sicurezza sempre più stringente dopo l’apparire della BSE (Bovine Spongiform Encephalopathy) e dell’AIDS.
Oggi, invece, desolatamente tutte le sale autoptiche “storiche” della città, da quella dell’Ospedale Cardarelli, a quella dell’Istituto Tecce, in via Luciano Armanni, a quella della Facoltà di Medicina e Chirurgia Vanvitelli, a quella del Principe di Piemonte-Monaldi, e, pur anche, quella della “moderna” Facoltà di Medicina e Chirurgia Federico II, sono scomparse, o svolgono attività minimali, talvolta, surrettiziamente collegate alla Medicina Legale.
A tale proposito, basti dire in questo contesto, senza entrare in noiose disquisizioni tecnico culturali che il collegamento Anatomia Patologica-Medicina Legale è del tutto forzato e “posticcio” perché le finalità delle due nobili discipline sono diversissime.
Tant’è che se l’Anatomo patologo ravvedesse, nel suo operare, estremi di reato dovrebbe interrompere l’attività dandone notizia all’Autorità competente.
Non può nemmeno tacersi che la scomparsa dei settorati anatomici ha comportato, e comporta, anche che si laureino in medicina e, in seguito, si specializzino, giovani che non hanno mai assistito con il riscontro diagnostico alla “sacralità” del “sollevamento della pelle”.
E ciò che è più grave non hanno alcuna dimestichezza con l’epicrisi cioè con quelle considerazioni conclusive dell’indagine autoptica di alto valore formativo.
In conclusione va detto che la mancata pratica del riscontro diagnostico (autopsia) non è nell’agibilità o meno dei settorati ma nei fatti il “metodo” colpevolmente non è nella pratica clinica e certamente anche in quella Anatomo Patologica sempre più adusa e applicata, invece, alla sola indagine microscopica.
Com’è lontano non solo temporalmente e inapplicato l’insegnamento di Cotugno.